[ Pobierz całość w formacie PDF ]

 E meglio che t infili al caldo subito, Paolo. Ti sarai beccato un malanno... Va
che poi ti porto un aspirina.
- 51 -
A L EXANDER S VOBODA
 Va bene, vado.
Andarono a dormire tutti presto quella sera, esausti com erano.
Il giorno dopo trascorse all insegna del riposo. L unico fresco e riposato era
Andrea che andò a far legna insieme ad Alfio, che sembrava non stancarsi mai,
entusiasta più che mai di quell esperienza. Il pomeriggio trascorse un po abbioccato,
con Gianni che aveva preso la chitarra e suonava vecchi pezzi di cantautori. Teresa,
Luigi e Angela facevano il coro.
 E qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure...
Alfio ascoltava assorto quelle vecchie canzoni che non ricordava, e che
probabilmente non aveva mai avuto l occasione di ascoltare con attenzione, ma lo
prendevano in quella dolce melodia, in un atmosfera quasi mistica. Così andò avanti
fino al tramonto. Angela gli si avvicinò.
 Allora, avrai ricordato qualcosa. No?
 Niente. Le rispose sorridendo.  Ma mi è piaciuto molto ascoltare.
 Gianni dice che tu le sapevi tutte a memoria. Lui suonava e tu cantavi.
Angela era incuriosita, stimolata da Alfio e i suoi problemi che ancora non
conosceva. La sua forma mentis psicanalitica non poteva sottrarsi dall affrontarlo, E
poi sicuramente un po le piaceva quel ragazzo riccioluto. Alfio intuì qualcosa di
questo. Lei non era provocante come Francesca, avrebbe potuto effettivamente aprirsi
con lei senza rischiare di coinvolgerla troppo, per non farle male. Alfio si alzò,
guardandola.
 Vieni con me, parliamo un po . Le disse.
 Va bene. Mi metto solo un giacchettino che inizia a far freschetto.
Passeggiarono insieme lì intorno senza allontanarsi troppo.
 Angela, tu pensi di potermi analizzare, in qualche modo?
 Se vuoi dire cercare di capire cosa ti è successo, interpretando quello che mi
dici... Beh ci proviamo. Comunque per un analisi seria dovrei prepararmi.
 Vuoi che ti dica qualcosa adesso?
 Dimmi, può essere un inizio.
Alfio camminò ancora per un minuto, pensando a cosa dirle.
 Angela, io non credo proprio di essere Alberto Gigli.
Angela rallentò, fissandolo.
- 52 -
F REEDOM!
 Vieni, è meglio che ci sediamo. Si sedettero sulle pietre.  Da cosa lo deduci
questo? Voglio dire, se sai di non ricordare quasi nulla del passato, come fai ad essere
certo di questo?
 Perché quel poco che ricordo non ha nulla a che fare con la vita di Alberto. E poi
c è stata la storia con Francesca... Le raccontò di lei senza trascurare i dettagli,
descrivendo lei e gli eventi accaduti.  ...Nella mia mente c è un altra donna. Una
donna che Alberto non ha mai conosciuto. E che io so di amare.
 Non è detto. Non è detto che questa donna esista. Può essere un immagine
femminile legata a qualcos altro. Non basta questo ad affermare che non sei Alberto.
 Certo, non basta. Per quanto mi faccia soffrire e mi abbia indotto a trattare in
quel modo Francesca. Ancora una pausa.  Vedi, non è che non mi piaccia vivere
come Alberto. La famiglia, la moto, gli amici, tutto questo... Non so se prima per me
era così, ora sto bene, non è quello il punto.
 Pensi siano cose che non appartengano alla tua vita?
 Forse nemmeno quello... C è una certa estraneità che permea in tutto, per me.
Ricordo il terapista che si arrabbiava perché mi ricordo di aver visto dei film, e del
resto niente. Sai, c è un altra cosa, forse banale ma...
 Sarebbe?
 Sono convinto che possedevo un auto molto potente, bassa, da guidare con
delicatezza... Credo una Ferrari, ne sento ancora il rumore!
Angela lo guardò con sguardo rassicurante. Una Ferrari? Sì, la mozzarella...
 Alberto, credo di aver capito.
 Sì?
 Nel terribile trauma, i tuoi ricordi si sono per lo più cancellati, rimasti nei
neuroni morti, ma quelli rimasti si sono come mescolati. Associ il sentimento
dell amore a una donna magari vista in un film, e così succede per la Ferrari. Non puoi
più discernere tra i tuoi ricordi malridotti di una realtà vissuta e i film, i sogni, i tuoi
desideri più reconditi, ed inconsci. E questo il dramma, in una situazione così
l inconscio può far la parte del leone e rivalersi tra tutte quelle cose, desideri, paure,
voglie rimaste represse. Secondo me dovresti andare da uno specialista serio.
 Non so, forse in autunno. Ma mio padre ha già detto che non può permettersi
tante lunghe sedute costose. La mia riabilitazione ha già avuto un costo rilevante per la
mia famiglia.
 Ma tu cosa vuoi fare?
- 53 -
A L EXANDER S VOBODA
 Certo non stare con le mani in mano. Voglio lavorare, impegnarmi, guadagnare
qualcosa. Magari le sedute poi me le pago io.
 Ottima idea. Come organizzatore e capo spedizione ho visto che già te la cavi...
 Ehi... Alfio sorrise.
Rimasero un po a guardare il tramonto. Quella valle laggiù, le colline a perdita
d occhio, un silenzio che aveva dell irreale.
Angela si avvicinò, Alfio capì che desiderava essere baciata. Le si avvicinò e le
sfiorò le labbra, ma si controllarono.
 Sai. Disse Alfio.  La donna che sogno, quella che credo di amare.
 Sì...
 Non sei tu, è vero. Ma i tuoi occhi le somigliano...
 Beh, è già molto! Angela lo fissò e sorrise.  Io invece credo un altra cosa.
Continuò Angela facendosi seria.  Credo che dovresti chiamare Francesca. Sarà
ancora furiosa, ferita. Ma lei ti ama, e sono convinta che anche tu la ami. Quello che è
successo è stato tutto un fraintendimento: lei ti provocava, desiderandoti col suo amore
ma sottovalutando la tua situazione, e tu ci stavi perché lei è un gran pezzo di sventola
e tu non toccavi una donna da quanto non ti ricordi. Una miscela esplosiva, e poi avete
fatto un casino. Devi solo fare ordine dentro di te. Chiamala, vedetevi, parlatevi, uscite
insieme. Ma, mio caro bel maschio, ricordati che il sesso non è un gioco e può far
male a te e a lei. [ Pobierz całość w formacie PDF ]

  • zanotowane.pl
  • doc.pisz.pl
  • pdf.pisz.pl
  • centurion.xlx.pl